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Ancora oggi viaggiare sulla Luna non è troppo conveniente né sul piano finanziario, né su quello dei rischi. Tuttavia la NASA ci riuscì il 20 luglio del 1969, con il primo

allunaggio che rimarrà come uno dei punti di riferimento indissolubili della storia dell’umanità: “Un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l’umanità”, disse in maniera indimenticabile Neil Armstrong poggiando il primo piede sul suolo lunare. Piccolo passo realizzato con mezzi e tecnologie dell’epoca, di certo non avanzatissime rispetto a quanto abbiamo a disposizione oggi.

Quando i programmatori del MIT Instrumentation Laboratory vennero incaricati di sviluppare il software di volo per l’Apollo 11 a metà degli anni ’60 non esisteva la tecnologia necessaria per rispondere alle richieste della NASA. Hanno così inventato un nuovo metodo per immagazzinare software, chiamato “rope memory”, e creato una versione speciale del linguaggio di programmazione assembly. Per il computer di guida Apollo (Apollo Guidance Computer o AGC) hanno poi scritto migliaia di linee di codice in linguaggio assembly.

L’immagine di seguito può dare un esempio visivo dell’ampiezza del codice su carta.

Il codice dell’AGC è disponibile online ormai dal 2003, quando veniva caricato originariamente da Ron Burkey. In seguito lo stesso ha realizzato un software che emulava il comportamento dello stesso computer di guida (nel video di seguito). Nonostante il successo dell’iniziativa di Burkey, tuttavia, il codice dell’AGC non è mai stato di facile reperibilità per gli sviluppatori, almeno fino ad oggi. Il software è infatti stato interamente pubblicato su GitHub, sito che racchiude e offre ai propri utenti il codice di milioni di creazioni informatiche.

Ad averlo pubblicato è stato Chris Garry, ex-NASA, e sin da subito ha raccolto le attenzioni degli utenti del web che hanno iniziato a dissezionarlo. Al suo interno non mancano alcune parti umoristiche: la riga 666 conduce ad un “numero mysterioso”, e ci sono anche dei rimandi ad alcune canzoni di allora, come il classico “Burn, baby, burn”. La pubblicazione su GitHub sta spingendo gli sviluppatori a suggerire alcune modifiche nello stesso codice, anche se parecchie sono state effettuate nelle correzioni introdotte successivamente dalla NASA.

Il rilascio del codice, ormai in larga parte desueto, non ha comunque delle finalità vere e proprie. Tuttavia se volete vedere qual è stato il software che ci ha portati sulla Luna per la prima volta in assoluto non dovete fare altro che indirizzare il vostro browser a questo indirizzo.

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