Il settore delle soluzioni SSD ha conosciuto nel corso degli anni una crescita di interesse esponenziale: del resto aggiornare il proprio PC passando da un hard disk meccanico ad un SSD
ha permesso in numerosi casi di dare nuova linfa ad un PC considerato ormai antiquato e non più al passo con i tempi.
Gli SSD rappresentano ormai una vera e propria commodity, cioè un componente la cui presenza viene data per scontato all’interno di un sistema. Sussistono ovviamente differenze tra i vari modelli, ma queste emergono in misura maggiore quando si passa ad utilizzare soluzioni basate su interfaccia PCI Express che supera i limiti di quella SATA permettendo di sfruttare al meglio i benefici dell’architettura SSD.
Research and Markets ha rilasciato, a questo indirizzo, la propria analisi sull’andamento previsto delle vendite delle soluzioni SSD basate su interfaccia PCI Express. Che questi dispositivi stiano conoscendo un interesse di mercato molto elevato è confermato da questi dati, che prevedono una crescita annua media del 33,24% nel periodo dal 2016 al 2020.
Il report sengala come la domanda di installazioni server in colocation da parte delle aziende enterprise porterà ad un consistente impatto positivo sulle vendite di soluzioni SSD con interfaccia PCI Express. Queste strutture di elaborazione e calcolo richiedono latenze di accesso ai dati molto contenute e questo spinge nella direzione di una costante evoluzione tecnologica degli SSD PCIe: quella in scrittura può venir mascherata utilizzando un approccio di tipowrite-back, ma tale tecnica non è invece disponibile per i dati in lettura.