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Oggi racconteremo una strana storia, che potrebbe apparire frivola e semplice conseguenza di una evoluzione tecnologica basata sulla pura potenza di calcolo. Cos non o meglio, non solo questo:

si parla di intelligenza artificiale, nella quale gli algoritmi di apprendimento hanno dimostrato di potersi spingere ben oltre i limiti di soli due anni fa. Da decenni studiosi e programmatori vedono nella competizione con l’uomo, ad esempio negli scacchi, un modo per mettere alla prova il frutto delle proprie fatiche, una strada costellata di numerosi fallimenti e, in seguito, successi.

MANIAC I, 1956

La prima sfida di cui si ha memoria risale al 1956. Nei laboratori di Los Alamos in New Mexico, USA, il “supercomputer” MANIAC I riusc a battere un neofita in una sorta di gioco di scacchi semplificato. La macchina era un mostro da 10 tonnellate e 2400 valvole termoioniche dalla potenza di calcolo ridicola se rapportata agli attuali standard, ma l’episodio costituisce una sorta di prima assoluta nella sfida uomo – macchina, ripresa poi negli anni a venire con differenti modalit e affinamenti. I tempi per stupiscono: il 1956 appare davvero lontano, lo stesso periodo in cui il 21enne Elvis Presley era un semplice camionista che si accingeva a registrare il primo disco. Bisogna attendere il 1997 per vedere un campionissimo di scacchi come Garry Kasparov cedere il passo a Deep Blue di IBM, per arrivare al 2009 dove la app Pocket Fritz 4, operante su uno smartphone HTC Touch HD, riusc praticamente da sola a piazzarsi nella prestigiosa lista dei Grandmaster col valore di 2898 (serve Elo rating di almeno 2500, Deep Blue non ci riusc).

Gli scacchi possono essere considerati una sfida vinta dalla macchina, in funzione delle innumerevoli mosse possibili da analizzare preventivamente anche in base alle previsioni di quelle dell’avversario.

Si tratta di risultati frutto non solo della potenza di calcolo cresciuta esponenzialmente negli anni, ma anche degli algoritmi studiati dall’uomo per convertire tutta quella potenza in qualcosa di utilizzabile costruttivamente in una sfida. Gli scacchi possono essere considerati una sfida vinta dalla macchina, poich la chiave si rivelata essere la mossa da fare in funzione delle innumerevoli mosse possibili da analizzare preventivamente anche in base alle previsioni di quelle dell’avversario. Logica dunque, con analisi storica in memoria di moltissime partite memorizzate. L’enorme potenza elaborativa dei supercomputer stata utilizzata come una forza bruta, battendo l’uomo (in questo particolare contesto) sul piano delle miliardi di possibili evoluzioni che ogni singola mossa avrebbe comportato. Educata adeguatamente nel gioco degli scacchi, una macchina ha quindi dimostrato di potersela giocare egregiamente.

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