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Ha da poco festeggiato i 150 anni di attivit Nokia che, dopo aver avviato la propria avventura nel 1865 come mulino per l’industria cartiera ed essendosi reinventata numerose volte nel corso

di questi decenni (produzione di stivali di gomma, cavi elettrici, prodotti di elettronica di consumo fino alla realizzazione dei cellulari che hanno spopolato nella seconda met degli anni ’90), ora una realt di rilievo nel campo dei servizi e delle tecnologie per le telecomunicazioni mobili, a seguito della cessione della divisione cellulari e smartphone a Microsoft, con la business unit Nokia Networks.

L’attuale Nokia si divide infatti in tre unit: Nokia Networks, che si occupa appunto di tecnologie end-to-end per la banda larga mobile, HERE, per le tecnologie di mappe digitali, e Nokia Technologies che amministra le attivit di ricerca e sviluppo e propriet intellettuale.


Massimo Marzocchini, Amministratore Delegato – Nokia Networks Italia

Massimo Marzocchini, Country Director per l’Italia di Nokia Networks, sottolinea la nuova mission aziendale: “Connettere persone e cose, nel cosiddetto Programmable World”. Attenta, quindi, a cogliere le opportunit offerte da un mondo incessantemente mutevole, Nokia si prepara ad affrontare la nuova sfida presentata dall’universo Internet of Things e dalla sua evoluzione, il gi citato mondo programmabile. Sfida che si presenta su due fronti: da un lato quello della sicurezza, dall’altro quello delle prestazioni della rete. E non pu essere altrimenti in un mondo dove, nel 2025, si prevedono oltre 50 miliardi di dispositivi connessi.

50 miliardi di dispositivi eterogenei, molti dei quali (si stima la met circa) tra l’altro connessi in piena autonomia senza che sia necessaria l’interazione umana per il loro funzionamento. Questo enorme volume di oggetti sar per lo pi connesso a reti mobili le quali, in una decina d’anni, diventeranno le infrastrutture critiche pi importanti poich abilitatrici di quelle ritenute critiche oggi come, ad esempio, la rete idrica o il sistema dei trasporti.

Le reti mobili diventano pertanto un elemento fondamentale della societ digitale e come tali necessiteranno di un adeguato livello di protezione. La sicurezza, come gi osservato in altri contesti e numerose altre volte, da implementarsi in fase di progettazione e non deve pi essere pensata come un accessorio da aggiungere in un secondo momento. Con l’istituzione, un anno fa, del Security Center a Berlino, Nokia ha voluto condensare in un’unica unit operativa due attenzioni: la sicurezza dei prodotti e la creazione di soluzioni di sicurezza che possano essere sia standalone, sia integrate in soluzioni di reti.

Responsabile del Security Center Giuseppe Targia il quale anzitutto precisa il concetto di Programmable World: “Quando parliamo di Internet of Things ci riferiamo a sistemi aperti di dispositivi connessi any-to-any, mentre con Machine-to-Machine si indicano esclusivamente infrastrutture di rete chiuse o che fanno uso solamente di VPN per il trasporto dei dati. Programmable World il passo successivo, l’intelligenza che entra nella rete grazie all’analytics.”


Giuseppe Targia, Vice President Security Business – Nokia Networks

Tornando quindi sul tema della sicurezza, Targia osserva per che l’approccio mantenuto fino ad ora nei confronti della sicurezza delle reti non potr pi funzionare in futuro: “Il sistema di sicurezza pi sofisticato esistente al mondo il sistema immunitario umano: non scherma il corpo dalle minacce, ma lo protegge dall’interno, riconoscendo le infezioni ed intervenendo prima che esse facciano danni. Questo approccio dovr essere seguito anche dai sistemi di sicurezza futuri: le reti dovranno essere protette dall’interno, con i giusti anticorpi”. Interessante osservare inoltre come si parli di sicurezza della rete e non del dispositivo: un concetto che acquista senso se si ripensa, come affermato in precedenza, che il futuro sar costituito da dispositivi che funzioneranno senza interazione umana.

E’ uno stravolgimento del paradigma: le reti, che saranno sempre pi gestite con infrastrutture cloud, dovranno essere capaci di apprendere nel corso del tempo le nuove minacce ed adattarsi affinch sia possibile neutralizzarle o limitarne i danni e, contemporaneamente, verranno pensate con in mente il principio secondo il quale dovranno profilare il comportamento di ci che avviene al loro interno e non pi schermarsi preventivamente. Bisogna pensare, osserva Targia, non in termini di “protezione” della rete ma della sua “sopravvivenza”.

Ci che Nokia, con il lavoro del Security Center, propone la soluzione Mobile Guard che propone direttamente agli operatori di rete mobile. Perch agli operatori? Anche in questo caso si tratta di una risposta ad una situazione reale: il 75% degli utenti di smartphone ritengono infatti che la sicurezza sia un affare di responsabilit dell’operatore di rete.

Ecco quindi che ad essi viene messa a disposizione una suite di strumenti che permette di rilevare minacce di sicurezza, individuare quali utenti e dispositivi siano stati attaccati e rappresentino un vettore di attacchi, monitorare il traffico affinch sia possibile correlarlo con attivit sospette e infine mitigare i danni informando l’utente di attivit anomale provenienti dal suo dispositivo, bloccare i servizi premium a valore aggiunto attivati magari da qualche malware e, nel caso dei dispositivi IoT, innescare aggiornamenti firmware.

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