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Qual è la definizione di arte? E quale, invece, quella di semplice tecnica? Se la prima dovrebbe competere a chi dell’estro creativo e della propria manualità ha fatto un mestiere, la seconda invece dovrebbe riguardare gli artigiani o, se vogliamo riferirci al mondo hi-tech, chi si serve di strumenti avanzati per raggiungere risultati che, manualmente, non avrebbe neanche potuto sognare. Eppure, in alcuni casi, arte e tenica si confondono, dando vita ad un connubio di difficile definizione. È l’esempio di Giuliano Pisano, che sul suo canale Youtube ci mostra come con l’utilizzo di Photoshop sia possibile creare piccoli scorci di realtà che nulla hanno da invidiare alle pennellate di un quadro. 

Siamo abituati ad associare l’impiego di Photoshop ad una certa idea di distorsione del reale. L’utilizzo da parte del mondo della moda, in particolare, ha conferito al software una fama piuttosto negativa. Il fotoritocco, insomma, pare non piacere proprio a nessuno. Se infatti spesso modelle e attrici ne subiscono inconsapevolmente l’effetto (spesso con esiti disastrosi), coloro a cui le immagini sono destinate (consumatori e consumatrici) mal accolgono il confronto con una perfezione impossibile da raggiungere. 

Giuliano Pisano, invece, ci insegna che con un software di elaborazione di immagini e fotografie si può andare ben oltre il ritocco. I suoi video ci mostrano come il confine tra arte e tenica digitale sia molto più labile di quel che comunemente si pensa. Nel video chiamato Solitudine, ad esempio, vediamo pian piano costruirsi l’immagine di un uomo seduto su una panchina, isolato rispetto alla città che si erge in lontananza. Pisano decontestualizza gli elementi, ritagliandoli e reinserendoli in una nuova realtà. E se anche non vediamo matite e pennelli all’opera, vien difficile non utilizzare il verbo “disegnare”. Perchè quello che vediamo è effettivamente un quadro che, immediatamente, dalla mente dell’artista si materializza davanti ai nostri occhi.

Dalla romantica tristezza del clochard in Solitudine, allo scorcio fatato de I segreti del Bosco. In questo caso a fare da protagonista è il “Piccolo mondo”, la cui presenza Pisano ci lascia soltanto intuire, immaginando (e rappresentando) il luogo dove fate e folletti hanno la loro dimora. Vediamo così un’anfora diventare una grande teiera, dal cui becco fuoriesce il fumo di un camino. Un balcone moderno diventa un romantico affaccio sul viale, mentre una tazza di latta si trasforma in un pozzo d’altri tempi. 

La Speed Art di Giuliano Pisano nasconde un sapiente utilizzo di ombre o proporzioni, nonchè la scelta, quasi amorevole, di paesaggi, immagini e piccoli particolari. Il risultato è una fotografia dell’immaginario che, se non possiamo definire arte vera e propria, è certamente una forma di poesia. 

 

 

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