SoftBank, multinazionale giapponese che opera nel settore delle telecomunicazioni e dei media, ha raggiunto l’accordo volto all’acquisizione di ARM Holding, colosso britannico noto per la progettazione della quasi totalità dei
chipset per smartphone. I consigli di amministrazione delle due aziende hanno già approvato l’accordo con il quale SoftBank si impegna ad acquisire l’intero capitale azionario di ARM Holdings. La definitiva finalizzazione dell’accordo è sottoposta alla consueta procedura di approvazione da parte degli enti preposti.
Un’operazione finanziaria dal valore di 24,3 miliardi di steriline (ovvero 31,4 miliardi di dollari, al cambio attuale) che SoftBank corrisponderà ad ARM: gli azionisti di ARM riceveranno 1,700 pence per azione, valore che si traduce in un premio di circa il 43% rispetto al valore azionario registrato il 15 luglio scorso. Scopo dichiarato di SoftBank è potenziare le risorse a sua disposizione da investire nell’emergente mercato dell’Internet delle cose.
SoftBank ha confermato che manterrà inalterata l’attuale dirigenza di ARM, raddoppierà il numero di dipendenti della sede di ARM che non verrà spostata da Cambridge e potenzierà l’organico dell’azienda che opera al di fuori dei confini del Regno Unito. Per completare l’acquisizione, SoftBank in parte utilizzerà le liquidità esistenti, in parte ricorrerà a prestiti bancari. Una decisione che avrà quindi un impatto sull’indebitamento della multinazionale nipponica che era riuscita ad acquisire liquidità a seguito della cessione di una parte della partecipazione in Alibaba ed alla vendita di una quota di Supercell (azienda finlandese nota per lo sviluppo del videogame Clash of Clans).
Il numero uno di SoftBank, Masayoshi Son, ha evidentemente ritenuto opportuno investire subito le risorse acquisite a seguito delle recenti cessioni in quella che si pone come la più rilevante acquisizioni posta in essere dalla multinazionale (il valore risulta anche superiore ai 20 miliardi di dollari investiti tre anni fa da SoftBank nell’operatore telefonico statunitense Sprint). Operazione onerosa per SoftBank, ma che la dirigenza ha ugualmente scelto sfruttando da un lato la svalutazione della sterlina determinata dalla Brexit e dall’altro facendo affidamento sul valore intrinseco di ARM che, si ricorda, detiene i brevetti di quasi la totalità dei chipset integrati nei dispositivi mobile, concessi in licenza ai vari produttori di chipset, da Qualcomm a Samsung.
ARM, pur essendo in grado di generare un fatturato inferiore a quelli di colossi nella produzione di chipset come Intel, ha acquisito sempre maggiore rilevanza nel settore mobile grazie ad un’efficace politica di gestione delle licenze per la produzione di chipset. Nel corso del 2015 sono stati consegnati 15 miliardi di chipset progettati da ARM, ovvero 3 miliardi di in più rispetto all’anno precedente. Circa la metà è stata destinata all’integrazione nei dispositivi mobile.