La tecnologia FreeSync di AMD, al pari di quella G-Sync di NVIDIA, permette di ovviare a diverse tipologie di artefatti video che possono venir generati durante la riproduzione di scene 3D
e in particolari dei giochi. A differenza di G-Sync la tecnologia FreeSync non richiede un lavoro specifico di certificazione hardware, essendo basata su un approccio di tipo open: i produttori di schermi devono semplicemente aggiornare i propri schermi con firmware che abilitino l’utilizzo di questa tecnologia, mentre l’utente deve abbinare alla propria scheda video AMD Radeon un set di driver con supporto FreeSync e abilitare la tecnologia da pannello di controllo software.
AMD ha reso disponibile sul proprio sito web, a questo indirizzo, una lista completa di tutti i display presenti al momento in commercio che supportano questa tecnologia. Sono riportate per ciascuno varie informazioni tecniche, tra le quali segnaliamo la diagonale, la tecnologia utilizzata per il pannello, la risoluzione, l’interfaccia di collegamento e l‘intervallo di variazione della frequenza di refresh.
Quest’ultimo elemento quello maggiormente interessante, in quanto permette di capire quando la tecnologia FreeSync interviene ad alleviare i problemi di visualizzazione rendendo l’esperienza di gioco maggiormente realistica. Sono ovviamente da privilegiare gli schermi che permettono di gestire il refresh verticale in un intervallo che sia il pi ampio possibile, e soprattutto permettano di selezionare una frequenza di refresh di partenza che sia la pi bassa possibile.
Alcuni modelli scendono sino a 30Hz, mentre la maggior parte dei modelli si posiziona tra 40Hz e 48Hz. Per il valore massimo passiamo da una soglia minima di 60Hz sino ad un valore massimo di 144Hz. Alcuni modelli abbinano frequenze di refresh minime e massime agli estremi, come ad esempio i display Nixeus NX-VUE24 e Viewsonic XG2701 per i quali viene indicato un intervallo da 30 a 144Hz.