Quando un programmatore come Mark Zuckerberg si mette in testa di creare, progettare e sviluppare un nuovo algoritmo che possa essere più o meno utile alla comunità o anche solo a
se stesso, nulla lo ostacola dal farlo realmente. Jarvis è proprio l’esempio ultimo di cosa la mente del CEO di Facebook può realizzare per aiutare gli essere umani, almeno a quanto ha dichiarato lui stesso.
Ho costruito un semplice prototipo di intelligenza artificiale con cui si può parlare al telefono o tramite il PC. E’ in grado di controllare molti aspetti della casa come le luci, la temperatura, gli elettrodomestici ma anche la musica nonché i dispositivi di sicurezza. Oltretutto impara dalle mie azioni quotidiane ma anche dai miei gusti ed è pronta ad apprendere nuove cose che possano “coccolare” gli abitanti della casa. Il prototipo utilizza diverse tecniche di intelligenza artificiale, tra cui l’elaborazione del linguaggio naturale, il riconoscimento vocale come anche quello facciale.
Jarvis è dunque una vera e propria intelligenza artificiale, quel famoso “IOT” ossia l’Internet delle cose che negli ultimi tempi stanno “inondando” le case dei primi pionieri in questo senso e che permette di comandare ogni tipo di elettrodomestico e non solo direttamente tramite applicazioni o dispositivi tecnologici.
Durante il video pubblicato da Zuckerberg su Facebook ci si rende conto effettivamente di quello che Jarvis può riuscire a fare durante tutti i giorni in una qualsiasi abitazione, in questo caso quella del CEO di Facebook. Con Jarvis basterà interagire come se ci si trovasse di fronte ad una persona e lo stesso potrà accendere le luci alla mattina, potrà attivare il tostapane automaticamente, potrà informare sulle condizioni meteo della giornata. Ma non è tutto perché si potrà chiedere di mettere un po’ di musica e Jarvis lo farà in base alle abitudini e ai gusti del proprietario.
Come spiega Zuckerberg stesso, l’intelligenza artificiale odiernamente ha raggiunto già un livello elevato ma ci sono ancora molte cose che non vanno e che devono essere affinate. In questo caso si parla fondamentalemente del linguaggio che l’intelligenza artificiale potrebbe ancora non comprendere fino in fondo soprattutto per le variazioni sul contesto della frase o della domanda richiesto. Di certo Jarvis permette già di realizzare molte cose importanti soprattutto sulla sicurezza della casa come sorvegliante. Per questo, nel video, si può vedere come sia possibile un riconoscimento facciale di chi giunge nei pressi della porta di ingresso e catalogato dall’intelligenza artificiale sarà possbile o meno permettergli l’accesso.
Secondo Zuckerberg il passo successivo per lo sviluppo di Jarvis è quello di permettere all’IA di apprendere da solo le abitudini degli abitanti della casa e dunque agire di conseguenza. Un passo decisamente difficile che necessariamente sarà possibile con uno sviluppo ancora più ampio dell’algoritmo ma soprattutto anche con la presenza, ad esempio, di dispositivi sempre più connessi nell’abitazione che possano interagire soprattutto tra di loro. Certo un futuro sulla falsa riga di Black Mirror sembra essere dietro l’angolo ma in qualche modo l’Intelligenza Artificiale sembra ormai divenuta un qualcosa di inevitabile e se si riuscirà a svilupparla ponendo comunque grande attenzione alle reali necessità umane forse ci si potrà difendere da situazioni anomale. Forse.